Arriva nella vita di ognuno un momento in cui le convinzioni crollano, la fede svanisce e tutti i fondamenti su cui si erano costruite abitudini e stili di vita si sbriciolano come sabbia. A volte, come nel caso dei pentiti politici o di mafia, queste "conversioni" possono portare drastici sconvolgimenti sia nell'individuo che nell'ambiente sociale che lo circonda; altre volte la metamorfosi resta confinata nell'ambito privato e chi l'ha vissuta puo' continuare, con un minimo di attenzione, a coltivare i rapporti di sempre senza che nulla traspaia all'esterno. Ho seguito e amato il cinema fin dalla piu' tenera eta' seguendo la solita trafila: cartoni e comici da bambino, terrore e donne nude da adolescente, cinema d'essai quando "ho cominciato a capire". E, da allora, via con ore e ore di cineforum, e piu' i film erano lunghi e piu' erano belli... una cucchiaiata di vaselina e giu' un Bergman, un pisolino al pomeriggio e la sera si era pronti per l'Anghelopulos. Ormai mi stavo trasformando in un paio di occhiali e barbetta tra decine di altri: silenzioso, serio, forse non infelice, ma... Il fatto successe una sera quando, dopo aver appiccicato uno sguardo colpevole a un manifesto di Ilsa lungo la strada, entrai nella solita fredda saletta per affrontare Solaris di Tarkowski. Per tutto il primo tempo un nebuloso pensiero parassita mi giro' per la testa, saltando fastidiosamente qua e la fino a manifestarsi in tutto il suo splendido orrore: il protagonista di Solaris era identico a Paolo Villaggio!!! La frittata era fatta: il resto della proiezione perse ogni interesse e riandai con nostalgia ai tempi ormai mitici dell'Ambra, quando al cinema ci si divertiva sul serio, e a tutti i film che per sciocco elitarismo mi ero perso forse per sempre. Il boom delle videocassette mi venne in soccorso pochi anni piu' tardi e cosi' giorno dopo giorno, rovistando pazientemente negli angoli piu' polverosi delle videoteche, ho messo insieme quella che chiamo con orgoglio la "ruscoteca". Decine e decine di film dimenticati a testimoniare le gesta di intrepidi registi e attori che, sull'onda di un titolo o un filone in voga, si giocavano le poche risorse (finanziarie ed artistiche) in imprese dal destino pateticamente segnato. Pellicole in cui si cercava di supplire con la passione all'inesperienza, dove la presenza del regista era palesata soprattutto dall'ombra della cinepresa sulla schiena degli interpreti. Opere prime (spesso uniche) di avventurieri senza soldi ne' appoggi ed esordi indecorosi di chi, una volta assurto alla notorieta', fara' di tutto per dimenticarli. Il cinema e' finzione: allora ben vengano gli angoli di "New York" con le cinquecento parcheggiate lungo le "avenues" e le donnine spogliate per distrarre dai buchi della sceneggiatura. I sapientoni lo hanno battezzato "Trash cinema". Bene io saro' Capitan Trash, il suo paladino e il Cinema Ambra la sua multisala virtuale!
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