Il regista, provocatorio "enfant prodige" della letteratura italiana nei primi anni '60 e' quel Pier Giuseppe Murgia ora ampiamente rientrato nei ranghi con sceneggiature e regie televisive di impegno sociale.
Lo scandalo e' perseguito qui con tenacia; le due lolite Lara Wendel e Eva Ionesco (assieme all'imberbe saputello Martin Loeb e al lupo Xylot) dimostrano molta piu' scioltezza nello spogliarsi che non nel recitare e le scene erotiche, pur pesantemente mutilate dalla censura, colpiscono nel segno creando qualche momento di imbarazzo nello spettatore. E' soprattutto Eva Ionesco a disorientare, con quel visetto da bambina cattiva impiantato su un corpo di sedicenne lanciato verso una precoce maturita' che ne decretera' di li' a poco il declino artistico. La pellicola abbonda di difetti: il budget e' ridotto all'osso e si vede, i dialoghi e le riflessioni interiori sono (ovviamente) puerili e i tre protagonisti percorrono l'intera vicenda tra situazioni alla Charlie Brown, inaspettate crudelta' e raffinati giochi sadomaso. Pero' l'intenzione, la volonta' di stupire e di far riflettere al di fuori dei canoni si percepisce ad ogni momento ed e' questo che in definitiva rende Maladolescenza un film sui generis.
La produzione e' di marca tedesca, in quanto all'epoca le leggi locali erano piu' permissive delle italiane riguardo a minori e cinema erotico; probabilmente molte cose sono cambiate da allora visto che pochi mesi fa e' partita proprio dalla Germania la richiesta (in parte accolta) di pesanti restrizioni censorie su Internet. Mah...
