Viva Mao Tze Tung e viva il suo PENSIEERO quello si ch'e' giusto quello si ch'e' VEERO Lenin col partito sempre fu SINCEERO Stalin col partito invece fu SEVEERO Trotzky ci vendette allo STRANIEERO ma il piccone su di lui non fu LEGGEERO... |
C'e' un buco nero che troneggia nella storia della contestazione
e della controcultura italiana: e' a circa 20 anni-tempo da oggi, localizzato
in quel limbo grigio che va dall'estate 1976 (quando
il fallimento della festa del Parco Lambro decreto' di
fatto la fine degli Anni di Fumo dell'hippismo pace&amore) alla
primavera 1978 (momento ufficiale di nascita degli Anni di Piombo).
Osservato oggi col telescopio della memoria quel periodo rivela uno sbando, un'incertezza perfettamente rispecchiati da questo Porci con le ali (1977 Mondadori Video): il '68 era ormai troppo lontano, la lotta armata era li' a un passo e l'edonismo degli anni '80 attendeva famelico dietro l'angolo. Del resto la carriera stessa di alcuni dei responsabili di questa pellicola e' piuttosto illuminante: Savelli, l'editore della sinistra piu' di sinistra che pubblico' con grande clamore l'opera letteraria alla base del film, si e' ritrovato in anni recenti a sostenere apertamente il Polo di centro-destra mentre Paolo Pietrangeli, figlio del piu' celebre e valido Antonio, dopo questa regia (e dopo una lunga lotta contro padroni e capitale combattuta a suon di canzoni) e' passato armi e bagagli alla corte del Biscione curando la realizzazione del poco rivoluzionario Maurizio Costanzo Show.
Il film non ha una vera e propria trama e snocciola una serie di situazioni in
cui i due personaggi principali, Rocco e Antonia, vengono posti a confronto con
i temi quotidiani della scuola, del sesso, della politica. Nonostante il grosso
impegno ideologico le parti piu' riuscite risultano essere quelle attinenti ai
piccoli fatti privati, mentre quando arriva il momento di "far pensare" il film
parte per la tangente e piomba nella farsa
piu' demenziale. Un esempio: due personaggi fanno l'amore davanti a una trentina
di ragazzi che intonano in coro il testo riportato qui in alto sull'aria di Pensiero
dei Pooh. Basterebbero questi due minuti di delirio per un posto d'onore permanente
nella videoteca di Capitan Trash, ma le sparate nel corso del film sono parecchie
e lascio agli spettatori il piacere di scoprire e di godersi tutte le preziose
perle di archeologia ideologica.
Tra gli attori spicca Lou Castel, interprete-feticcio di certa cinematografia impegnata, piuttosto imbolsito rispetto a I pugni in tasca o Grazie zia, ma ancora in grado di tratteggiare con sapiente ambiguita' il ruolo di leader bisessuale della contestazione in bilico tra strategia politica e strategia cuccatoria. Chissa' se le sue performances, sempre nevrotiche e introverse, riescono cosi' credibili per meriti professionali o se qualche rotella fuori posto ce l'ha davvero...
Cristiana Mancinelli, figlia dell'attrice-mannequin Elsa Martinelli e promessa mancata del cinema italiano, se la cava bene proponendo un'Antonia spontanea e sicura di se' anche se alla fine e' la splendida e poco nota Susanna Javicoli (gia' nel cuore di Capitan Trash per l'incredibile tour de force nella toilette in Action di Tinto Brass) a rimanere nella memoria per la disinvoltura con cui conduce una "chiacchierata-con-sega" (non saprei come altro definirla) col protagonista Rocco.
Vedere -o rivedere- questo film puo' essere un modo divertente per ripensare con ironia e un pizzico di tenerezza a come si era; un ottimo motivo (certo meglio di un funerale) per propiziare certe rimpatriate stile Il grande Freddo.
|