Rimane tuttora un mistero la paternita' di questa pellicola, presentata come "un film di Andy Warhol" e diretta, stando ai crediti italiani, da Antonio Margheriti (specialista del B-Movie meglio noto come Anthony M. Dawson). Fonti americane ne attribuiscono invece con certezza la regia a Paul Morrissey, uomo di fiducia di Warhol, concedendo al buon Margheriti soltanto una collaborazione alla sceneggiatura.
Ma questo in fondo non ha molta importanza
perche' il film e' nel complesso riuscito e diverte e intriga, lasciando alla
fine soddisfatti sia i fan dello "splatter" che i cinefili piu' esigenti. Ed
e' impresa non da poco!
Difficile anche stabilire CHE COSA Andy Warhol abbia effettivamente fatto per rendere "suo" questo film, ma se anche solo l'artista si fosse scomodato per allestire l'impianto produttivo e firmarne il contratto beh, tanto di cappello ugualmente.
La sceneggiatura di Tonino Guerra trova mille maniere di arricchire l'arcinota vicenda del barone Frankenstein con brillanti riferimenti all'attualita' e alla politica ("Domani il barone Frankenstein fara' impallidire i baroni della medicina!").
Il cast e' all'altezza, a cominciare dal pallido e stilizzato Udo Kier perfettamente in sintonia col personaggio dello stralunato barone perso nei deliri di grandezza della sua scienza e della "razza serba superiore" (!!!).
Joe Dallesandro, attore feticcio di Warhol, ce la mette tutta ad abbozzare a suon di muscoli mimici la figura dello stalliere/stallone, mentre la piccola Nicoletta Elmi (nipotina di Maria Giovanna), gia' vista in Profondo Rosso e in seguito in Demoni, gioca agli Addams nella parte di Diastola, figlioletta del barone.
C'e' infine la sorpresa di una giovanissima Dalila di Lazzaro a portare sullo schermo la "creatura" piu' sexy mai vista in tutta la filmografia di Frankenstein.
La pellicola fu originariamente realizzata in 3D (sistema Polalite) ma il "gimmick" e' stato dismesso nelle successive riedizioni per la scadente resa di quel primo tentativo tridimensionale in luce polarizzata.
L'edizione in videocassetta a cura della MFD Home Video lascia, pur con qualche taglio di censura, abbondante spazio al nudo e alle numerose sequenze "gore" realizzate da Carlo Rambaldi, ridicolizzando l'ingenua dicitura "FILM PER TUTTI" sul retro della confezione.
A seguito di questioni legali il film e' uscito, soltanto nel nostro Paese, col nome del protagonista storpiato in "FRANKSTEIN"... Per curiosita', c'e' qualcuno che possa illuminarmi su CHI in Italia detiene il copyright sul nome Frankenstein?!?
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