200 Motels (1971)
L'altra notte ho fatto un sogno. Ero appena entrato in
cucina per cercare da bere in frigo quando notai sulla parete in fondo qualcosa
che mi parve un grosso scorpione spiccare nero contro il giallo del muro. Armatomi
di un giornale arrotolato mi avvicinai cautamente per vedere meglio: era uno
scorpione parecchio strano, con le robuste zampe anteriori ripiegate all'indietro,
non in avanti. E completamente ricoperto di peli. Mai visto niente di simile
neanche sui libri.
Mi stavo accingendo a privare il mondo di quella meraviglia
entomologica con la mia clava cartacea quando l'essere parlo' con
voce nasale: "Ricordati di andare a votare...".
Restai un po' inebetito a riflettere, e all'improvviso il senso
di cio' cui stavo assistendo mi colpi' come un diretto di Tyson:
altro che scorpione! A una spanna dal mio naso, graziosamente
aggrappati al muro, stavano un paio di baffoni con relativo
pizzetto.
"Frank Zappa!" esclamai, "Tu sei Frank Zappa...! E
io che ti avevo scambiato per uno scorpione!!"
"Beh non prendertela, Capitano" rispose quietamente
Frank "tanto non credo nell'astrologia. Comunque sono
sagittario...".
Ispirato da questa visitazione
notturna mi accingo a parlarvi un po' di 200 Motels,
vorticoso pasticcio musical-cinematografico sublimemente trash
realizzato nel 1971 dal mai abbastanza lodato Frank Zappa.
Innanzi tutto un'annotazione tecnica: siamo qui al cospetto della
prima opera cinematografica realizzata mediante largo,
larghissimo uso di tecnologie televisive. E questo almeno un
decennio prima che i pionieri ufficiali Coppola e Del
Monte consegnassero i loro non entusiasmanti esperimenti alla
storia del Cinema. Tanto basterebbe in altri contesti ad aprire
un dibattito sul "chi prima" e "chi dopo", ma
nell'economia di 200 Motels e' talmente grande la quantita' di
carne messa al fuoco da Zappa da relegare un tale primato
tecnologico al rango di mera curiosita'.
La trama del film e' abbastanza semplice da raccontare dato
che... non c'e'!! Tutto ruota intorno alle vicissitudini ora
allucinate, ora satiriche, ora magnificamente oscene dei membri
di una band (Mothers of Invention) durante un tour di concerti.
Un sorprendente Ringo Starr
gigioneggia per tutto il film camuffato da Frank Zappa nella parte di Larry
il nano, sinistro emissario di Zappa stesso incaricato di spiare e reprimere
i moti di ribellione dei musicisti stressati dall'alienante vagabondare di citta'
in citta', di palcoscenico in palcoscenico, di motel in motel. Nello stesso
tempo un misterioso satanasso munito di valigetta fumante (l'attore teatrale
e televisivo Theodore Bikel) contatta ad uno ad uno i musicisti della band cercando
inutilmente di comprar loro l'anima.
L'orchestra sinfonica fisicamente presente sul set ha il compito
di commentare gli accadimenti mentre l'azione del film,
sviluppandosi a volte addirittura tra le file degli inamidati
strumentisti, richiama alla memoria piu' d'un momento del
felliniano Prova d'Orchestra.
Keith Moon, compianto batterista degli Who e insaziabile ingordo
degli intrugli piu' micidiali, mette in scena una delirante
parodia della propria non lontana fine nei panni di una folle
suora alcolizzata che, fulminata da una eccessiva serie di
stravizi, ascende al cielo tramite visibilissimi cavi.
Purtroppo piu' mi ci provo e piu' mi rendo conto che e'
impossibile descrivere a parole l'incontenibile fiume di immagini
e di trovate che e' 200 Motels: cartoni animati.
aspirapolveri umani, balletti, bambole gonfiabili, esplosioni,
videoclip si susseguono in una frenesia da togliere il respiro.
Posso a questo punto soltanto consigliarvi di ricercare la
videocassetta presso qualche noleggiatore fornito di un buon
catalogo musicale.
La conoscenza dell'americano parlato e' pero' basilare
per apprezzare appieno le esilaranti sconcerie di cui spesso
dissertano i personaggi.
Nota: le ultime due immagini (S e ")provengono da un numero del 1971 della rivista LE ORE. In un fantasioso articolo a firma James Bismark esse vengono proposte come estratti da un non meglio identificato Musichal (sic!!!) intitolato Abracadabra.
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