Sicuramente non basterebbe un numero di Cinema Ambra a
contenere la filmografia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi),
paladino del Trash e consolazione suprema degli amanti del cinema
Bis. Pur con una spiccata predilezione
per il genere erotico, il talento onnivoro di D'Amato ha
rivisitato in versione economica i filoni piu' disparati,
sfruttando con astuzia e innegabile abilita' le tendenze
manifestate negli ultimi venticinque anni dalla cinematografia
internazionale.
Quella delle Emanuelle (con una
emme sola) e' stata probabilmente la serie di pellicole piu' nota tra la vasta
produzione di D'Amato: una piccola modifica al nome della protagonista e' bastata
per beneficiare di parte del clamoroso successo tributato dal pubblico all'originale
Emmanuelle (con due emme) di Jaeckin.
Per la verita' il personaggio di Emanuelle,
interpretato dall'affascinante attrice indo-olandese Laura
Gemser, apparve per la prima volta nel film Black
Emanuelle del 1975 diretto da Bitto Albertini, ma solo
grazie alle successive regie di D'Amato esso si e' definito
compiutamente, staccandosi dal modello originale un po' amorfo e
passivo incarnato da Sylvia Kristel per avvicinarsi per certi
versi a Valentina, agguerrita e indipendente protagonista dei
fumetti di Crepax.
Emanuelle in America, seconda puntata della serie diretta da
D'Amato, vede la nostra eroina impegnata in diverse brevi avventure erotico-spionistiche
non strettamente collegate tra loro che si dipanano dall'America alle Antille,
dall'Italia (Venezia) all'Africa. Le storie -non particolarmente originali-
portano Emanuelle, fotoreporter d'assalto per conto
di un quotidiano newyorchese, a cacciarsi nelle situazioni piu' rischiose (traffico
d'armi, snuff movies, prostituzione maschile d'alto
bordo) per uscirne immancabilmente con scoop sensazionali carpiti grazie a sottili
astuzie erotiche e alla fida fotocamera in miniatura, penosamente dissimulata
in un pacchiano scarto di bigiotteria e ingenuamente maneggiata alla stregua
di una Nikon (vedi foto 1).
Il piglio energico di Joe D'Amato riesce comunque a rendere interessante il
film mediante un montaggio serrato e trovate spesso divertenti. Gia' un paio
di minuti dopo i titoli di testa Emanuelle si ritrova in balia di un violento psicopatico di cui si sbarazzera'
in breve con poche frasi di filosofia spicciola e una sapiente prestazione sessuale.
Spicca la breve apparizione di un'ancor poco nota Marina Frajese,
fresca di divorzio dal giornalista RAI Paolo Frajese, in una
demenziale scenetta genere "Io Tarzan tu Jane", e c'e'
da segnalare anche la momentanea rentrče
di Roger Browne, clone bondiano di innumerevoli 007 all'italiana
negli anni '60, che presta il faccione mentuto a un losco
trafficante di filmini snuff. Non si
puo' fare a meno di notare, a proposito di snuff
movies, quanta cura e quanta sadica malizia abbia impiegato il
regista nella ricostruzione di questi, avvalendosi degli effetti
speciali veramente impressionanti di Giannetto de Rossi che,
supportati da una tecnica di ripresa fintamente amatoriale e da
un'artificiale usura della pellicola rendono il prodotto davvero
difficile da digerire.
L'hardcore, cui Joe D'Amato dedichera'
una buona meta' degli anni '80, occhieggia impaziente qua e la'
nel corso del film ed e' a stento tenuto a freno dal regista che,
annusata l'aria, pare aspettare soltanto il rassegnato Nulla Osta
della censura per lanciarsi a capofitto nell'ufficialmente
inesplorato e remunerativo business.
La presenza, usuale per i prodotti marca D'Amato, di Gabriele
Tinti (compagno all'epoca anche nella vita di Laura Gemser) e di
Paola Senatore conferisce, se mai ce ne fosse bisogno, un
ulteriore "certificato di garanzia" ad un film che
nessun serio trashofilo dovrebbe farsi sfuggire.
Emanuelle in America e' stato distribuito dalla
leggendaria Mitel e successivamente e' comparso nelle edicole in
una collana a cura della Metis Edizioni.
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