La Ragazza Dalla Pelle Di Luna (1972)

Prendete un fotoromanzo Sogno e un opuscolo turistico sulle isole Seychelles, strappate con cura le pagine del depliant e inseritele ad una ad una tra quelle della rivista: sfogliando l'ibrido cosi' ottenuto avrete un'idea abbastanza precisa di quello che puo' riservare la visione di La Ragazza Dalla Pelle di Luna.
Diretto da Luigi Scattini, gia' in precedenza artefice di perle Trash quali
Svezia, Inferno e Paradiso e lo strabiliante Angeli Bianchi, Angeli Neri, questo film si inserisce nel filone "esotico-psicologico" inaugurato qualche anno addietro da Ugo Liberatore con Bora Bora.
La trama, praticamente la stessa per tutti i film del genere, narra di un'agiata e annoiata coppia di professionisti che tenta di rappezzare con una vacanza da sogno alle Seychelles le inevitabili falle che lo scorrere del tempo e il logorio del successo producono nel matrimonio. Naturalmente l'incanto dei luoghi e la sensualita' naïf dei nativi nulla potranno contro le barriere psicologiche generate dall'alienante menage della coppia, e l'edificante parabola si conclude regalando agli sbollettati spettatori l'amara soddisfazione di scoprire che "anche i ricchi piangono".
Ugo Pagliai, sogno proibito di tutte le massaie negli anni '70, e' qui impegnato allo spasimo nel costruire un monumento alla sua icona di latin-lover romantico e ragionevole dando vita al personaggio del marito in crisi. Ogni primo piano si conclude immancabilmente con una zoomata su quei magnetici occhi azzurri dallo sguardo cosi' acuminato che ci si potrebbe infilzare un'intera collezione di coleotteri.
L'ancor prestante Beba Loncar, nel ruolo della consorte, e' costantemente relegata a un lato dello schermo dall'ingombrante presenza del bell'Ugo che, col capello sempre perfettamente cotonato anche dopo un tuffo in mare e l'inesauribile guardaroba di camicine attillate le ruba continuamente la scena e l'attenzione di truccatori e costumisti, costringendola a trascorrere l'intera vacanza con lo stesso liso paio di calzoni.
Ma il vero asso nella manica, la star morale della pellicola e' Zeudi Araya qui alla sua prima abbagliante apparizione. Oscure sono le ragioni dell'appellativo affibbiatole da Pagliai nel corso del film (Ragazza Dalla Pelle Di Luna, appunto), non presentando la Araya una pelle particolarmente chiara ne' evidenti crateri sulla stessa, ma lampante risulta il fiuto del regista Scattini nell'individuare e proporre una presenza fisica affascinante e sensualissima, ripagata da un immediato successo di pubblico.
Il cast e' completato dal bravo e purtroppo spesso sottovalutato Giacomo (padre di Kim) Rossi Stuart, qui anche impegnato come aiuto regista, nel ruolo breve ma intenso di uno scrittore fallito che allaccia una insoddisfacente relazione con la Loncar.
Spicca nella costante melensaggine della vicenda una cruentissima sequenza degna dei piu' truci mondo movies in cui Pagliai e Stuart, in preda a sotterranea rivalita', si dilettano sadicamente a massacrare pescecani a colpi d'arpione.
Una tiratina d'orecchi infine alla costumista che con infelici drappeggi sembra averle tentate tutte per rendere goffa e straripante Zeudi Araya nelle poche scene in cui compare vestita.
La Ragazza Dalla Pelle Di Luna usci' anni fa in videocassetta per l'ormai defunta PAC, ed e' stata rieditata in tempi piu' recenti da Center Video; in quest'ultima edizione e' reperibile con relativa facilita' nei "mercatoni" a prezzo irrisorio.
Da gustare armati di Piña Colada nelle afose sere in citta'.

 

Foto dal film:
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Zeudi Araya:
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