Belle d'Amore (1971)
A furia di rovistare con tenacia
in polverosi retrobottega di videonoleggi, sotto lo sguardo
esasperato e vigile dei gestori, puo' capitare di imbattersi in
vere e proprie perle trash che ripagano ampiamente di lunghi giri
a vuoto ed estenuanti trattative.
Questo Belle
d'Amore (due noleggi in sei anni, prima di entrare in
permanenza nel museo di Capitan Trash) diretto nel 1971 da Fabio De Agostini
e' una piacevolissima sorpresa che merita ampiamente, e per piu' motivi, la
trattazione in Cinema Ambra.
Il film, che vede l'esordio di Paola Tedesco nei panni della
studentessa universitaria Monique, poggia sul risibile pretesto
di una tesi di laurea sulla prostituzione (sviluppata appunto
dalla Tedesco) per presentare, nella cornice di uno studio
sociologico alquanto approssimato, allegri quadretti incentrati
su scene di vita quotidiana dentro e fuori le case chiuse.
Per dar lustro e credibilita' all'operazione il regista De
Agostini non esita a sfoderare citazioni dotte da Marx,
Nietzsche, Jung e Schopenhauer, senza peraltro riuscire a
rimediare piu' di qualche breve e sarcastico commento da parte
della critica dell'epoca.
Eppure figurativamente il film funziona benissimo, percorso
com'e' per intero da quell'estetica pop
ripresa con successo ultimamente da Austin
Powers: body-paintings, baby doll e
parrucche colorate si succedono catturati in lente e minuziose
panoramiche, in zoomate improvvise e in quelle inquadrature
diagonali oggi in disuso tanto legate a certo cinema anni '70.
Un'inattesa e giovanissima Enrica Bonaccorti in topless compare
(non creditata nei titoli) a circa mezz'ora dall'inizio nel breve
ma esplicito ruolo di una prostituta napoletana alle prese con un
vecchio zozzone, mentre Franco Garofalo, simpatico caratterista
visto decine di volte come malavitoso nei polizieschi italiani,
approfitta del poco tempo concessogli per un'ennesima scazzottata
con i poliziotti.
La parte meno riuscita della pellicola (e certo la meno sentita,
visto il prodotto) e' quella filosofico-sociale, affidata alle
banali divagazioni "colte" di Bruno, insopportabile
compagno di studi della Tedesco e ipocrita paladino del sesso
libero ogniqualvolta gli si profila l'occasione di farsela con le
fidanzate altrui.
Per Belle d'Amore
consiglierei il drastico trattamento gia' suggerito per Veruschka: sostituire mediante il tasto
"Audio Dub" del videoregistratore il sonoro originale
con musiche di Brian Ferry o Roxy Music e trasformare cosi' il
film in un lungo videoclip da lasciare in piacevole sottofondo
nel corso di feste o riunioni tra amici.
Belle d'Amore usci' in videocassetta a cura di Video Ciak.
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