IL MAESTRO E MARGHERITA
(1972)
di Alexandar Petrovic
Va dato atto all'oscuro regista Alexandar
Petrovic di averci almeno provato: 1) a tentare la disperata
impresa di trasporre cinematograficamente Il Maestro e
Margherita, il fantastico romanzo di Bulgakov, 2) di averlo fatto
nella sua patria, la Jugoslavia, all'epoca (come del resto
adesso) non particolarmente incline all'autocritica e alla satira
verso i regimi autoritari.
E il risultato (se si eccettua il fatto che tre quarti abbondanti
del romanzo restano inevitabilmente fuori dal film) non e'
nient'affatto disprezzabile.
Sorprende innanzi tutto il cast di prim'ordine che vede Ugo
Tognazzi nei panni del commediografo non allineato
Maksudov (il Maestro del titolo), Mimsy Farmer nel ruolo
di Margherita e Alain Cuny, gia' allora vetusto, in quello del
Satanasso che, a modo suo, riportera' un po' di giustizia in una
Mosca degli anni '30 divorata da invidie, corruzioni e
burocrazia.
Tognazzi affronta qui uno dei rarissimi ruoli assolutamente seri
della sua carriera impersonando uno scrittore che, rifiutando di
scendere a compromessi con la sua coscienza e con le autorita',
finira' espropriato prima dell'appartamento e poi delle facolta'
mentali finendo i suoi giorni in manicomio. I tocchi comici sono
lasciati ai due aiutanti del Diavolo, goffi e fracassoni nella
loro implacabile efficienza. Spassosissimo il nasuto e petulante
Gesu' della contestata rappresentazione teatrale di Maksudov che,
chioma unta e sorriso ebete, pare tirato fuori di peso dai
fumetti dei Freak Brothers. E qualche amara risata la strappano
anche gli innumerevoli burocrati e artisti di regime, sorta di
caricature umane senza dignita' e senza sentimenti che si
contendono lo schermo in una parata di faccione laide e
sghignazzanti.
E poi c'e' Mimsy Farmer, uno dei miei piu' grandi punti
interrogativi cinematografici... Dietro quell'apparenza
nordica, sotto quella chioma bionda ho sempre avuto il dubbio che
la Farmer fosse segretamente bruna. E non sono tuttora arrivato a
stabilire se sia stata una brava attrice o no, e neppure se al
tempo fosse bella o meno. Ora, rivedendo Il Maestro e Margherita,
un nuovo dubbio mi si affaccia: ...e se fosse italiana?!? Nel
film ogni attore recita nella propria lingua e i labiali nei
primi piani confermano che Tognazzi parla italiano, Cuny francese
e il resto del cast -indecifrabile- e' evidentemente jugoslavo.
Bene, tutto come ci si aspetterebbe tranne per la Farmer che,
senz'ombra di dubbio, recita in italiano. Vedere per credere!
Notevole performance per lo scatenato gatto nero del Diavolo che
imperversa lungo tutto il film sbucando ringhioso dai posti piu'
impensati, arrivando addirittura ad attaccarsi ad un sofisticato
stereoscopio per ammirare in tre dimensioni le foto cochon
dell'epoca. E assolutamente grande il finale del film con la
decapitazione del direttore del teatro e lo spogliarello
collettivo degli spettatori.
Il film non e' reperibile in videocassetta, ma e' stato recentemente trasmesso da Italia 1 in tarda ora senza (incredibile!!!) alcuna interruzione pubblicitaria, nemmeno tra un tempo e l'altro.
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