SWEET MOVIE (1974)
di Dusan Makavejev
Al suo apparire nel 1974, Sweet Movie
consegno' immediatamente il suo regista - lo jugoslavo Dusan
Makavejev - al ristretto olimpo dei registi cult
dell'epoca, accanto a Jodorowsky, Arrabal, Ken Russell e a quella
piccola ma attivissima cerchia di autori impegnati in una
personale lotta contro censura e istituzioni per creare una forma
cinematografica del tutto slegata da mode, costrizioni e messaggi
edificanti. Un cinema in cui potessero andare a braccetto la
denuncia sociale e la follia ginsberghianamente liberata,
la psicanalisi e l'occultismo, il sogno sfrenato e la realta'
piu' agghiacciante. Sembra impossibile pensarlo oggi, ma per un
certo periodo tutto questo funziono', e produsse un pugno di film
-principalmente sotto l'egida del Movimento Panico
francese- che ancora adesso sfuggono ad ogni tentativo di
classificazione.
Sweet Movie e' strettamente imparentato con i deliri
scatologico-sociali delle prime opere di Fernando Arrabal (Viva
La Muerte, Andro' come Un Cavallo Pazzo) e unisce l'ossessione
per i fluidi corporali (urina, feci, vomito) a una doppia,
violentissima denuncia che non risparmia ne' i regimi autoritari
dell'Est ne' l'amichevole dittatura consumistica occidentale. La
storia, a volte piuttosto confusa, narra in parallelo delle
vicende opposte -in un certo senso speculari- dei due personaggi
femminili principali: l'indomita rivoluzionaria (nonche' serial
killer e pedofila) Anna Planeta (interpretata dall'attrice e
cantante Anna Prucnal), in viaggio sulla Senna a bordo di un
improbabile battello stracolmo di dolciumi e fornito di una
gigantesca testa di Marx a mo' di polena, e l'ipotetica Miss
Mondo 1984 (la canadese Carol Laure) che, sopraffatta dagli
avvenimenti in un ambiente caotico e corrotto, precipita
inesorabilmente nell'abulia e nell'autismo. A fianco di Anna
Planeta compare, nel ruolo di un giovane marinaio russo, un
Pierre Clementi un po' sottotono, forse ancora confuso dalle
pesanti disavventure carcerarie italiane di pochi mesi addietro.
Il messaggio -fondamentalmente anarchico e, in fin dei conti, un
po' naif- di condanna contro ogni forma di autoritarismo
(politico, psichiatrico, pubblicitario) e' supportato da una
serie di immagini e situazioni di grande impatto, che da sole
valgono la visione del film. Difficile ricordarle tutte: si va
dal grottesco esame ginecologico riservato
alle aspiranti Miss Mondo alla "terapia di gruppo"
nella (realmente esistente all'epoca) Comune
AA del pazzo scatenato Otto Muhl,
all'amplesso tra Clementi e la Prucnal letteralmente affondati
nello zucchero, alla Laure completamente ricoperta di cioccolato
(scena che verra' ripresa pari pari da David Byrne nel suo True
Stories). Su questa follia galoppante aleggia la benedizione
morale del Movimento Panico francese, che si concretizza
in un breve, ammiccante cameo di Roland Topor in versione
"messicana" (nell'immagine a destra, a fianco
dell'infermiera).
Purtroppo l'estro registico di Makavejev non raggiungera' mai
piu' queste vette e la sua carriera, dopo i pur interessanti ma
piu' contenuti Montenegro Tango e Coca Cola Kid, si appiattira'
in una pallida routine senza storia.
Di Sweet Movie fu annunciata diversi anni fa una edizione video da parte della Durium che, a quanto ne so, non fu mai effettivamente distribuita. La pellicola e' assente da rassegne e cinema d'essai dalla fine degli anni '70, e l'unico modo per vedere il film resta quello di procurarsi la videocassetta americana in NTSC.
Immagini da SWEET MOVIE:
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