LIQUID SKY (1982)
regia di Slava Tsukerman
Dal
fantascientifico ottimismo sixties
di ZETA ONE si precipita, con LIQUID SKY, nei peggiori incubi
"no future" che hanno caratterizzato la New Wave nei
primi anni '80.
Slava Tsukerman, cineasta russo con esperienze teatrali emigrato
negli Stati Uniti, costruisce con la collaborazione dell'attrice
newyorkese Anne Carlisle questo LIQUID SKY con l'evidentissimo
intento di realizzare un cult movie a tavolino, intrecciando e
rimescolando le mode, le paure, le filosofie borderline
di un momento storico intellettualmente schizzato e schizoide.
Prendendo a prestito tematiche ricorrenti negli scritti di
William Burroughs, LIQUID SKY propone un parallelo
cinematograficamente inedito tra l'invasione della Terra da parte
di entita' aliene e l'invasione assai meno ipotetica del corpo
umano da parte delle droghe pesanti. Il titolo stesso del film
proviene dalla terminologia slang
statunitense associata all'eroina, e i personaggi si dibattono
come zombi lungo un percorso fatto di discoteche, terrazze e loft
grondanti neon e luci stroboscopiche, immersi in quella
stanchezza di vivere che permea anche molti film di Fassbinder.
L'assunto e' piuttosto originale: esseri alieni di minuscole
dimensioni atterrano nel centro della Grande Mela a bordo di un
piccolissimo disco volante alla ricerca di sostanze stupefacenti
per loro vitali. La scoperta da parte aliena che il cervello
umano, al momento dell'orgasmo, produce composti simili
all'eroina li porta ad associarsi in forma parassitaria
all'inconsapevole Margaret, fotomodella di punta della New York
piu' trend
interpretata da Anne Carlisle, per uccidere nel corso
dell'amplesso chiunque abbia rapporti sessuali con lei,
risucchiandone poi avidamente le prelibate endorfine prodotte.
C'e' da dire che il presagio dell'AIDS che emerge da questa
circostanza e' impressionante, tenuto conto dell'anno in cui
LIQUID SKY usci' nelle sale. Peccato che il film si inceppi
sovente in
dialoghi pretenziosi a volte involontariamente comici, e riveli
con quella fotografia sempre maniacalmente tesa all'effetto una
partecipazione essenzialmente estetica da parte del regista che
peraltro, dopo questo esordio, pare aver condiviso il destino del
suo collega responsabile di ZETA ONE scomparendo nel nulla...
Poche cose sono cambiate nel modo di far cinema
giovanil-trasgressivo da quegli anni ad oggi: l'esasperata
ricerca dell'affermazione di una individualita' ad ogni costo
riconoscibile ed appariscente, nata come contrapposizione al
collettivismo ereditato dal '68, si e' mutata col tempo in un
supino e convenzionale edonismo buono ormai solo a veicolare
messaggi commerciali, e paradossalmente LIQUID SKY mostra la sua
eta' non tanto nei contenuti, nei discorsi, quanto nella mancanza
quasi allarmante di consolanti presenze quali piercing,
telefonini e computers.
LIQUID SKY ebbe una fugace uscita (estiva, se non ricordo male...) nelle sale italiane, e venne poi edito in videocassetta dalla CVR.
Immagini:
|