ZETA ONE (1969)
regia di Michael Cort
Ecco un
piccolo film dimenticato dai piu' che sicuramente gli artefici
del fenomeno Austin Powers devono aver visto e rivisto parecchie
volte.
Sentite un po' la storia: l'agente straordinario
speciale James Word sta indagando su una misteriosa
colonia composta esclusivamente da bellissime ragazze dotate di
poteri paranormali proveniente da Angvia, fantascientifico regno
situato in una dimensione sconosciuta posta su un piano di
realta' parallelo alla terra. Di tanto in tanto i migliori
esemplari femminili terrestri vengono prelevati dalle incantevoli
aliene per favorire un incremento e un rinnovamento demografico
altrimenti impossibile.
Nel frattempo l'immancabile cattivo (terrestre) di turno -tale
Maggiore Bourdon- cerca di carpire, per nefasti scopi personali,
il segreto dei poteri della comunita' aliena infliggendo atroci
sevizie a sfortunate angviane rapite in precedenza.
L'agente straordinario speciale James
Word si ritrova cosi' a dover combattere su due fronti, e
portera' a termine la sua missione nel piu' inaspettato e
piacevole dei modi.
Dichiaratamente ispirato alla serie di fotoromanzi underground
ZETA, usciti saltuariamente
all'epoca anche in Italia, ZETA ONE risente chiaramente anche
dell'estetica e delle atmosfere bizzarramente pop della
leggendaria serie televisiva Agente Speciale, e piu' in generale
dell'aria di sana, allegra pazzia che aleggiava nella swinging
London del Flower Power.
L'esiguita' del budget e' parzialmente bilanciata dall'estro
creativo che regala spesso piacevoli momenti
"psichedelici", e anche certi goffi effetti speciali di
sparizione-ricomparsa (da Angvia alla Terra e viceversa)
finiscono per dare al tutto un tocco gradevolmente naif.
Nel ruolo di Zeta regina di Angvia c'e' Dawn Addams, scream
queen di punta della scuderia Hammer nonche' interprete
dell'ultimo Mabuse diretto da Fritz Lang nel 1960, mentre Anna
Gael e Brigitte Skay -in quegli anni note frequentatrici del
genere sexy/horror europeo- la spalleggiano validamente come
dignitarie del regno. Notevole il costumino modello
"bondage" delle Zeta-guerriere (visibile in alcune
immagini piu' sotto) che pare disegnato dal maestro fetish
Franco Saudelli.
Nuoce pero' parecchio al film una insistita propensione verso
quel freddo humour britannico che, se non controllato a
dovere, finisce facilmente per diventare stucchevole e banale, e
che in questo caso appesantisce ZETA ONE in piu' di un momento,
impedendogli di assurgere a quello status di cult cui
mani piu' esperte l'avrebbero certamente consegnato. A questo
proposito c'e' da rilevare il fatto che dopo questo film
d'esordio il regista Michael Cort e' praticamente scomparso dalla
scena cinematografica, forse -chissa'- assorbito anche lui come
James Word e il Maggiore Bourdon dalla ricerca della porta
dimensionale che conduce ad Angvia...
ZETA ONE e' edito in videocassetta dalla ditta britannica Jezebel.
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