JUNGFRAUEN-REPORT
(1971) di Jess Franco
Con questo Jungfrauen-Report (Rapporto Sulla
Verginita') di Jess Franco (germanizzato in Jess Frank nei credits) ci
troviamo in un territorio molto piu' interessante e genuinamente trash
rispetto al prodotto di De Sisti. Certo il nome del regista non e' sempre
garanzia di qualita' (c'e' qualcuno che e' riuscito a vedere fino in fondo e senza
interruzioni La Dea Cannibale?!?), ma in questa pellicola -tra le sue meno
note- Franco riesce a infondere un'aria di sana e spensierata follia che ne
rende piacevole e facile la visione nonostante l'ostico audio in tedesco.
Jungfrauen-Report si apre in puro stile cinema-verita' con una serie di
domande a bruciapelo poste a giovani in locali pubblici (nonostante la mia
scarsa familiarita' con la lingua tedesca sono riuscito facilmente a capire che
di fronte ad un perentorio: "Scusi, lei e' vergine?" le intervistate
piu' carine hanno risposto orgogliosamente "Nein" mentre le bruttone
hanno mugugnato un imbarazzato "Ja"), ma ben presto il piglio
visionario di Jess Franco si fa largo dando forma ad un variopinto collage di sketches
che esplorano il tema della verginita', dei tabu' e dei rituali ad essa connessi
in varie epoche e zone geografiche.
Senza soluzione di continuita' si passa dalla ricostruzione di riti primitivi
(alla Franco, naturalmente!) a scenette ambientate nell'800 in stile comica
finale. Ci sono (finti) fakiri indiani che per placare il desiderio erotico
siedono nudi su formicai e frati medievali che alla passione cedono di buon
grado...!
L'apice del delirio arriva col "rito di deflorazione" ambientato in
una non meglio precisata regione dell'Africa Nera. Roba da non credere:
intercalati da immagini di repertorio di danze tribali, due (finti) indigeni con
maschere da teschio (!!!) fanno del loro meglio per affumicare con tizzoni e
braci una "vergine" (da pose e movenze si direbbe una spogliarellista)
languidamente sdraiata su un'amaca.
I nudi fanno capolino da ogni dove, spesso frontali, spesso anche maschili, ma
c'e' da registrare la presenza di tagli improvvisi di pellicola ogniqualvolta il
discorso va a parare verso gli aspetti diciamo "ematici" della
verginita' femminile (e della sua perdita). Non c'e' traccia inoltre della
canonica sequenza gineco-splatter di parto; probabilmente la tematica piuttosto
precisa del film non l'ha prevista ma, vista l'osservazione precedente, si
potrebbe anche sospettare un ulteriore drastico colpo di forbice. Paese che
vai... censura che trovi!
L'edizione tedesca in videocassetta di Jungfrauen-Report (pare sia l'unica in circolazione) mi e' stata gentilmente procurata da un corrispondente nord-europeo: danke Johann!
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