Diario segreto di
un carcere femminile

Vent'anni fa un oscuro regista italiano dotato di impressionanti doti di veggenza confeziono' questo prodotto che, sotterrato per lungo tempo nei bui magazzini dei distributori, al pari di un seme di pianta vigorosa esce ora alla luce del sole in tutta la sua potenza. Bollato ai suoi tempi come penoso pretesto per mostrare nudita' e violenza, si rivela oggi come meticolosa profezia di un momento storico e di un programma politico. Come altrimenti spiegare la presenza di Massimo Serato, autentico clone di GIANNI LETTA (l'immagine a fianco e' tratta dal film), nei panni del direttore di un penitenziario? Evidentemente il carcere, col suo corollario di soprusi e corruzione, ben rappresenta il nostro Paese nel momento attuale; se si aggiunge poi a cio' la consuetudine del direttore di manifestarsi alla popolazione carceraria unicamente tramite una serie di altoparlanti (in pratica una rudimentale rete televisiva), allora il quadro e' completo!
Va registrata anche in questo film la presenza della burrosa Paola Senatore (metafora della Prima Repubblica, vedi "Voglia di lei") a rammentare l'humus in cui entrambi gli schieramenti politici affondano le radici.

Diario segreto di un carcere femminile
Regia di Rino Di Silvestro (1974) Domovideo

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